Riserve dei contributi del datore di lavoro

Costituire riserve negli anni finanziariamente favorevoli provvedendo alla previdenza per tempi difficili e risparmiando al tempo stesso sulle imposte? È possibile effettuando versamenti volontari nella cassa pensione sotto forma di riserve dei contributi del datore di lavoro (RCDL). Abbiamo ricapitolato per voi come è possibile costituire le RCDL e in che misura si può ottimizzare le imposte.

Cosa sono le riserve dei contributi del datore di lavoro (RCDL)?

Le RCDL sono dei versamenti volontari dei datori di lavoro al loro istituto di previdenza effettuati a titolo complementare ai regolari versamenti dei contributi. Esse consentono ai datori di lavoro di costituire riserve in anticipo per prefinanziare la quota del datore di lavoro secondo il regolamento della loro cassa pensione.

Ne vale la pena soprattutto negli anni finanziariamente favorevoli e fungono al tempo stesso da previdenza per gli anni economicamente difficili, in quanto le riserve costituite potranno così essere utilizzate per finanziare i contributi del datore di lavoro in corso.

I versamenti effettuati a titolo di riserva dei contributi del datore di lavoro possono essere contabilizzati come spese, riducendo così l’utile netto imponibile. Il denaro viene inoltre per lo più remunerato a un tasso nettamente migliore rispetto a un conto bancario o postale. Sono esclusi i rimborsi al datore di lavoro.

In che modo le riserve dei contributi del datore di lavoro vengono costituite, sciolte o soppresse?

Costituire le RCDL è semplicissimo: i datori di lavoro affiliati alla Cassa pensione GastroSocial possono aprire un conto a titolo di riserva dei contributi del datore di lavoro ai sensi dell’art. 331 cpv. 3 CO. Il versamento va contabilizzato di conseguenza nel conto annuale e il controvalore versato alla Cassa pensione GastroSocial.

Non sussiste tuttavia alcun diritto incondizionato al versamento nelle RCDL: qualora il datore di lavoro fosse in ritardo con il versamento dei contributi, la Cassa pensione GastroSocial ha la facoltà di rifiutare un versamento.

Lo scioglimento avviene mediante notifica alla Cassa pensione GastroSocial, secondo cui i contributi del datore di lavoro dovuti vanno pagati risp. compensati con le RCDL già versate.

In che misura le riserve dei contributi del datore di lavoro comportano vantaggi fiscali?

I versamenti volontari nella cassa pensione consentono di ridurre l’utile alla fine dell’esercizio e quindi di ottimizzare nuovamente le imposte. Ciò accade soprattutto quando occorre livellare picchi di profitto o differire l’onere fiscale.
Il versamento sul conto RCDL è considerato, analogamente ai contributi ordinari delle casse pensioni, come spese giustificate dall’uso commerciale ai fini fiscali e in contabilità viene registrato alla voce Spesa per la previdenza a favore del personale.

L’ammontare delle RCDL è limitato. Le autorità fiscali accettano contributi fino a tre o cinque volte il contributo del datore di lavoro ordinario annuo a seconda del cantone.

Entro quando vanno versate al datore di lavoro le RCDL, affinché siano efficaci ai fini fiscali?

Alcuni cantoni accettano un versamento delle RCDL fino all’atto della consegna della dichiarazione d’imposta.

Se, per esempio, il termine per l’inoltro della dichiarazione d’imposta per l’esercizio e l’anno fiscale 2021 è il 30.6.2022, in maggio 2022 è ancora possibile effettuare un versamento nelle RCDL efficace ai fini fiscali per l’esercizio e l’anno fiscale 2021 limitando le spese. La prassi fiscale varia tuttavia da cantone a cantone. I datori di lavoro sono responsabili di verificare la prassi fiscale nel loro cantone.

I conti sono rimunerati?

Sui conti di riserva dei contributi del datore di lavoro vengono corrisposti interessi, di solito a un tasso migliore rispetto a quello dei conti correnti bancari o postali. Il tasso di interesse viene fissato annualmente dal Consiglio di fondazione.

Anche ai lavoratori indipendenti è consentito versare le riserve dei contributi del datore di lavoro?

In questo caso occorre distinguere tra lavoratori indipendenti con personale e lavoratori indipendenti senza personale.

Per i lavoratori indipendenti che hanno assicurato i propri collaboratori nel 2° pilastro valgono come riserve dei contributi del datore di lavoro solo i contributi del datore di lavoro per il personale. Sono esclusi i contributi dei lavoratori indipendenti.

Per i lavoratori indipendenti senza personale non è consentito costituire riserve dei contributi del datore di lavoro.

Cosa succede con le RCDL in caso di cambiamento di cassa pensione?

In caso di risoluzione del contratto di adesione con la Cassa pensione GastroSocial trasferiamo il saldo del conto a titolo di riserva dei contributi del datore di lavoro alla nuova cassa pensione.

I datori di lavoro possono richiedere il rimborso dei versamenti già effettuati?

L’importo versato è vincolato. È escluso in ogni caso il rimborso dei contributi ai datori di lavoro. Il capitale può tuttavia essere utilizzato gradualmente per finanziare i contributi futuri.

Le RCDL vengono rimborsate in caso di sospensione dell’attività?

Le riserve dei contributi del datore di lavoro non possono essere rimborsate ai datori di lavoro nemmeno se lo scopo di utilizzo previsto decade perché l’attività è stata sospesa e non viene più assunto personale.

Con la risoluzione del contratto di adesione e la conseguente soppressione della collettività previdenziale nonché con il venir meno della funzione del datore di lavoro, la qualificazione del patrimonio cambia da un patrimonio specificatamente vincolato a un patrimonio divenuto libero. Le RCDL che non possono essere più utilizzate per lo scopo previsto vanno trasferite agli assicurati secondo criteri sensati e oggettivi. Tra questi si annoverano anche gli ex (da tre a cinque anni) dipendenti o assicurati.

Cosa succede con le RCDL in caso di liquidazione parziale?

Di norma le riserve dei contributi del datore di lavoro non vanno ripartite in caso di liquidazione parziale, in quanto servono al futuro versamento dei contributi del datore di lavoro. Se le riserve sono però talmente significative da non poter essere utilizzate in tempo utile perché l’organico è stato ridotto a lungo termine, la ripartizione può comunque effettuarsi. Alla fine, in caso di risoluzione del contratto di adesione in seguito alla cessazione di attività del datore di lavoro, le riserve dei contributi del datore di lavoro vanno ripartite tra gli assicurati analogamente ai fondi liberi della cassa di previdenza.