«L’ideale sarebbe che le donne pensassero alla previdenza prima di creare una famiglia»

In Svizzera le donne percepiscono mediamente una rendita inferiore di circa il 33% a quella degli uomini. Alessandra Costa, Consulente alla clientela presso la Cassa di compensazione e Cassa pensione GastroSocial, spiega il motivo di questa realtà e come le donne possono garantirsi una sicurezza finanziaria in età avanzata.

Alessandra Costa, quali sono i motivi principali per cui vi sono queste differenze nelle rendite di vecchiaia percepite dalle donne e dagli uomini?

Per quanto riguarda la rendita AVS le differenze sono quasi impercettibili. Solo circa il 50% delle donne rispetto a circa il 70% degli uomini percepisce una rendita della previdenza professionale (cassa pensione). In questo caso le rendite delle donne sono inoltre mediamente inferiori del 46%. Questo «gender pension gap» fa sì che circa il 18% delle donne è colpito da povertà in età avanzata, ossia quasi il doppio rispetto agli uomini. Il lavoro a tempo parziale, una partecipazione più bassa al mercato del lavoro nonché le interruzioni più lunghe in seguito a maternità comportano svantaggi finanziari nell’età di pensionamento. La conciliabilità tra famiglia e lavoro ostacola spesso il raggiungimento o il mantenimento di posizioni manageriali. Il lavoro di cura non retribuito nell’economia domestica e il prendersi cura della famiglia non vengono spesso riconosciuti finanziariamente in modo adeguato nella nostra società, il che si riflette anche nelle assicurazioni sociali e soprattutto, infatti, nella cassa pensione. A ciò si aggiunge il fatto che le donne non ricevono ancora ovunque lo stesso salario degli uomini per un lavoro di uguale valore. In sintesi: chi guadagna meno, percepisce anche una rendita inferiore in età avanzata.

Quasi la metà delle pensionate svizzere non percepisce alcun reddito dalla cassa pensione. Da cosa dipende?

In passato le donne si occupavano principalmente di accudire i figli e delle faccende domestiche, il che impediva a molte di lavorare. Questa classica ripartizione dei ruoli caratterizza ancora oggi molte pensionate che spesso non guadagnano abbastanza per poter versare i contributi nella cassa pensione. La soglia d’entrata, oggi pari a CHF 22’050 all’anno, impedisce infatti alle donne che guadagnano meno di versare i contributi nella cassa pensione. Questo fatto, insieme a vari cambiamenti di carriera nonché ai salari più bassi, contribuisce a ridurre le rendite delle donne.

Lo stato civile incide sul «gender pension gap»?

Si tratta solitamente meno di una questione di stato civile ma piuttosto di una questione di attività lavorativa. Grazie al conguaglio della previdenza professionale introdotto nel 2000, ora la somma risparmiata del 2° pilastro viene divisa tra gli ex coniugi in caso di divorzio. Si tratta di un miglioramento fondamentale, poiché soprattutto prima del 2000 le donne divorziate e le pensionate di oggi avvertono la differenza di rendita. Per l’AVS non sussistono lacune contributive per le donne coniugate senza attività lucrativa se il coniuge esercita un’attività lavorativa. I rapporti di concubinato celano invece dei rischi previdenziali, in quanto la previdenza non è assicurata congiuntamente e non sussiste alcun obbligo di assistenza. Spesso le madri senza attività lavorativa e senza una soluzione di previdenza adeguata non sono tutelate in caso di divorzio. Le partner conviventi non percepiscono inoltre sempre una rendita per i superstiti in caso di decesso del partner.

Cosa consiglia alle donne per migliorare la propria situazione previdenziale?

Le donne possono migliorare notevolmente la propria posizione lottando per l’indipendenza finanziaria e assumendosi la responsabilità della propria pianificazione finanziaria. Consiglio a tutte le donne di occuparsi tempestivamente della propria previdenza per la vecchiaia, meglio ancora prima di crearsi una famiglia. Se le donne sono consapevoli di come le interruzioni per maternità e la riduzione degli orari di lavoro si ripercuotono sulla loro previdenza per la vecchiaia, sono in grado di agire per tempo. Se una donna non sposata guadagna meno di CHF 4’851 all’anno, insorgono le lacune contributive AVS. In questo caso consiglio di versare nell’AVS il contributo minimo di CHF 514.

C’è anche qui una soluzione per la cassa pensione?

Se a causa della riduzione del grado di occupazione o del salario non viene raggiunta la soglia d’entrata per i contributi della cassa pensione di CHF 22’ 050 all’anno, le dipendenti non sono più assicurate presso la cassa pensione del datore di lavoro. In questo caso la dipendente ha la possibilità di affiliarsi volontariamente alla Fondazione istituto collettore LPP a Zurigo, Losanna o Bellinzona (www.aeis.ch). In caso di più lavori a tempo parziale presso diversi datori di lavoro può accadere di non raggiungere la soglia d’entrata per nessuno di questi impieghi. Anche nella fattispecie le dipendenti possono prepararsi a fronteggiare questa situazione. Se il reddito annuo complessivo supera CHF 22’050 possono chiedere alla cassa pensione di un datore di lavoro se può assicurare la somma dei loro redditi annui complessivi. Se non è possibile possono affiliarsi alla Fondazione istituto collettore LPP anche in questo caso. Queste raccomandazioni sono valide per analogia anche per gli uomini. Anche i datori di lavoro possono contribuire a migliorare le rendite di vecchiaia dei loro impiegati migliorando i piani di previdenza della previdenza professionale.

Alessandra Costa lavora a GastroSocial da 7 anni. Conosce molto bene le richieste dei clienti, avendo lei stessa lavorato per molti anni nel settore alberghiero e della ristorazione.
Nella Svizzera italiana, con ufficio a Lugano, è a disposizione dei clienti e dei broker con le sue conoscenze e il suo know-how.

Spiegato in breve: Donne e previdenza per la vecchiaia (video disponibile solo in tedesco)